sabato 25 aprile 2009

Il senso della vita

(foto da web)


Il senso della vita

Quando
il profumo della zagara
non si confondeva con l’acre odore
dell’ ammorbata modernità,
che oggi: appesta l’aria
con la sua indifferente
noncuranza.

Quando
i pergolati carichi di gelsomini
spargevano il loro dolce profumo
percepibile con la sola vista,
inebriando i sensi,
donando una percezione di serenità,
colmando di sole l’anima,
avvicendati oggi: da rabbia
e parabole satellitari.

Quando
la parola amore non era solo
il completamento di una frase
da scrivere in una poesia,
in una canzone, il contorno
di un chiaro di luna
o ancora la rifinitura di una scena
da recitare in un teatro
fingendo ardente trasporto,
oggi sostituita:
dai video in rete del “branco”
o nella sporcizia di vicoli nascosti
per l’immane vergogna.

Quando
regalare un fiore non era fuori moda
e il donarlo dava più emozione
che riceverlo:
ogni emozione, ogni sentimento,
ogni passione ogni senso
aveva un senso.

Quando
ritorneremo a sentire
il profumo della zagara,
quando riusciremo a vedere
il candido colore dei gelsomini,
quando saremo capaci di pronunciare
con la voce dell’anima la parola amore,
quando arriveremo a gioire
per aver donato un fiore:
allora ritroveremo
il vero senso della vita.

Gaetano GULISANO


lunedì 20 aprile 2009

Mostri

(Il giardino delle delizie di hieronymus bosch foto da web)


Mostri

Mostri immani umanizzati
dalla sporcizia nelle recondite
baracche di lamiera e tumori
celate nelle cupe foreste
dell’umana malvagità.

Vicoli maleodoranti
carichi di rifiuti
del moderno benessere,
dell’oscura malvagità,
parte vincolante
e inseparabile metà
sua gemella:fittizia bontà.

Anime che hanno abbandonato
speranza di purgatori,
corpi che hanno abbandonato
speranze di trovare un’anima
appestati delle loro stesse
incolpevoli e consce violenze.

Gaetano GULISANO


martedì 14 aprile 2009

Vittima

(foto da web)


Vittima

Vittima,
chi si prenderà cura di te
se non la tua solitudine,
se non il tuo dolore,
se non la tua rabbia?

Vittima,
chi difenderà le tue ragioni
se non il tuo orgoglio
calpestato e affogato
nella più putrida
e nera fanghiglia?

Vittima,
ti chiameranno
bugiarda provocatrice,
metteranno in dubbio
persino
il tuo esser vittima
e tu stessa dubiterai
d’esser vittima, perché
i tuoi difensori ti guarderanno
con lo stesso sguardo
dei tuoi vili aguzzini
e ti tacceranno come rea
e tu, allora crederai d’esserlo.

Vittima,
cessa il sentirti rea,
riprenditi il tuo orgoglio
e nettalo nella vera ragione,
esci dalla prigione della solitudine,
tramuta il dolore in forza
e riprendi la tua vita
a chi voleva togliertela.

Gaetano GULISANO


giovedì 9 aprile 2009

Sciacalli


(foto da web)


I telegiornali, hanno dato la notizia (che purtroppo, sono convinto sia vera per quanto scabrosa) che, nelle zone colpite dal sisma, è stato venduto: un litro di benzina a 5 euro, una bottiglia d'acqua da ½ litro per un euro ed altri beni di prima necessità a prezzi impossibili (definite questi esseri come meglio credete).
Inoltre, orde di… Non so come o cosa definirli, vengono comunemente chiamati “Sciacalli”. Ma perché oltraggiare questi animali che fanno quello che fanno per loro natura e per sfamarsi? Li chiamerò “bipedi” per il semplice fatto che si muovono su due “zampe”; non voglio dire gambe per non associarli al genere umano.
Dunque, questi (per fortuna pochissimi) “cosi”, si aggirano fra le macerie depredando quello che trovano.
Di questo ho veramente ORRORE.
Ma per fortuna, sono solo pochissimi e la maggioranza è composta da quei pompieri e esseri umani tutti che, con le lacrime agli occhi gioiscono per aver salvato una vita, che senza sosta scavano con le mani e con i denti.


GRAZIE ESSERE UMANO




“I cosi”

Arrivano schivi, correndo follemente
con la rabbiosa bava che gli riga la bocca,
digrignando i denti marci
del putridume della loro anima.

Da lì a poco azzanneranno e si azzanneranno
dove la morte non può più provocare dolore,
dove la morte prova pietà per l’immane sofferenza,
dove la morte terrorizzata dalla loro presenza
abbandonerà il passo all’atroce saccheggio,
dove la morte con tutto il suo grande dolore
non potrà mai uguagliare l’orrore de:
“i cosi”.

Gaetano GULISANO

sabato 4 aprile 2009

Mandorli in fiore

(foto da web)


Mandorli in fiore

Aliti di nuova vita,
rinascita nei mandorli in fiore
che inebriano l’aria
di rinnovato profumo,
che estasiano i sensi
con i loro candidi colori.

Sciolta la neve
tramuta in limpida essenza
metamorfosi dell’essere,
come d’Ovidio il poema
specchiata nella chiara rinascita,
non come Narciso perito
al suo delirio,
ma gaia al mutamento.

Cinguettio delizioso
ed assordante del risveglio,
ronzio fragoroso e armonico
del dolce tuo nettare,
nitidi fiori carichi di polline
frutti gustosi dei mandorli in fiore.

Gaetano GULISANO


giovedì 2 aprile 2009

La nera signora

(Foto da web)


La nera signora

Nera signora dalle scure vesti,
che negli animi più arditi
paurosi tormenti desti.

Tetra sovrana di tenebrosi mondi,
che con la tua lucente falce
tanto tormento infondi.

Perché or non m’appari
che da pari a pari,
con te cupa signora
parlare io vogli’ora.

Ella come in un sogno
nella sua nera veste
che svolazzava come
le vele alle tempeste,
m’apparve dunque lesta
e senz’esitare,
in un eterno attimo
incominciò a parlare.

Perché or tu mi invochi
con sì veemente ardore,
se ancor di questo di luogo
son tante le tue ore?

Morte io qui ti invoco
perché vo' in conoscenza,
qual è la tua cagione per
tanta sofferenza.

Oh quale ardir tu osi umano
al mio cospetto,
che a me ti volgi
senza mostrar alcun rispetto.

Senza la morte oh stolto
alla vita voi umani,
altro non dareste che
sofferenze immani.

Pensa a quei tanti anziani
che mi tendon le mani,
e che con supplice voce
invocano la pace.

Pensai in quell’istante quale fu
la cagione per fare
inconsapevole di me un istrione.

Riflettei allora svelto al
mio tormento,
quel saggio favellare mi
fu d’insegnamento.

Se nella fredda terra
ora tu madre giaci,
e provo gran dolenza
per la tua mancanza,
ora ne son sicuro
che la tua cruda sorte
adesso è alleviata nelle
braccia della morte.

(A mia madre e a tutti quei malati terminali di incurabili morbi, che nella morte trovano la giusta pace)

Gaetano GULISANO


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