sabato 29 novembre 2008

Passeggero















Passeggero

Inconsapevole passeggero
sul treno senza porte,
dai finestrini sempre chiusi,
attraverso i quali la vita
inesorabile scorre.

Vedo sfilare paesaggi di vita
oltre le lastre appannate
dall’alito dei ricordi,
così vicini da poterli afferrare,
ma così lontani nei miei pensieri.

Più mi allontano da quei ricordi
più follemente li inseguo,
più li vedo allontanarsi
e più limpidi si delineano
nella mia mente.

Non ho chiesto io
di salire su questo treno,
non ho chiesto io
di incontrare i miei ricordi,
ma ti chiedo solo
di viaggiarmi a fianco.

Gaetano GULISANO

giovedì 27 novembre 2008

Volare nel sogno



















Volare nel sogno

Seduto a cavalcioni dell’anima
percorro i sentieri dell’amore,
sfiorando flebili pensieri
animandoli con l’alito di un sogno.

Navigando nei mari dell’odio
sul veliero della sofferenza,
vedo gementi naufraghi
dell’umana disumanità.

Volando fuori dal mio essere,
attraverso i mondi devastati
da un tremendo e pestilenziale
morbo: “la paura di saper amare.”

Mi fermo sul ciglio del sogno,
per l’orrore d'aver paura,
cercando nell’intimo baratro
la forza d’aver coraggio,
scorgendo nel profondo abisso
mondi di vera pace.


Gaetano GULISANO

lunedì 24 novembre 2008

Inno per la Pace


Ho avuto molti tentennamenti prima di pubblicare questo post con delle mie riflessioni, ricordando frasi celebri di altrettanti celebri e meno celebri personaggi del pacifismo. Ma infine, ho deciso di pubblicarlo, perché credo che la pace non possa fare distinzioni di correnti di pensiero diversi o su religioni diverse. Perché chi non vuole la pace, non vuole che altri possano pensare e, religioni che perseguono la violenza, non sono tali. Come può essere coniata una frase che recita:"Guerra Santa" La guerra, non può mai essere santa, ma è solo e sempre blasfema. Come si può dirsi pacifisti ed augurasi che altre dieci, cento, mille persone, vengano uccise.(comunque la si pensi e a qual si voglia categoria appartengano questi dieci cento mille persone).


Inno per la pace

Ricordo che un uomo molti anni fa aveva detto:
Ci sono cose per cui sono disposto a morire, ma non ce ne è nessuna per cui sarei disposto ad uccidere*” ma i suoi simili oggi come ieri riescono a trovare solo i motivi per uccidere, morendo e facendo morire altri uomini uccidendo le speranze di pace.

Ricordo che un uomo molti anni fa aveva detto:
Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo.**” ma ancora oggi come ieri in tutto il mondo dittatori negano la facoltà di parola, di pensiero, negando e negandosi la vita.
Come può vivere chi nega agli uomini d’essere uomini?
Come si può essere uomini senza pensare d’essere liberi, come si può essere uomini senza esprimere il proprio pensiero?

Ricordo che una donna dopo che gli avevano ucciso il marito a Nassyria, con le lacrime agli occhi e con il vangelo nel cuore aveva detto:
Se amate quelli che vi amano che merito avete? Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori***
ma ancora oggi, sotto una bandiera della pace, giovani urlano: “dieci cento mille Nassyria”, con la speranza che ci siano altri dieci cento mille stragi.

Ricordo che un uomo molti anni fa aveva detto:
Quando tornate a casa fate una carezza ai vostri bambini e dite loro: che questa è la carezza del Papa****
ma ancora oggi più di ieri nel mondo i bambini non ricevono nessuna carezza, ma selvagge percosse da chi dovrebbe dargli carezze, vili violenze da chi dovrebbe accudirli e, come “giocattolo” un freddo fucile, uccidendogli l’anima, strappandogli il sorriso accecandoli con la violenza, per uccidere altri bambini uccidendosi.

Io ricordo queste parole e allo stesso modo ricordo come queste oggi più di ieri siano eluse.
Ricordo, ma soprattutto voglio ricordarlo a chi come me, a chi come voi non le ha dimenticate, e mai le dimenticherà.
Voglio ricordarle per insegnarle a chi non le ha mai sentite solo perché non le ha mai ascoltate.
Fratellanza, amore, libertà, gioia vita, in una sola parola vi voglio ricordare e mi voglio ricordare la Pace.

Gaetano Gulisano.


*Mahatma Gandhi
** Voltaire
***Margherita Coletta
****Papa giovanni XXIII.

mercoledì 19 novembre 2008

3 maggio 2005 L'inferno II parte

(3 maggio 2005 l'inferno I parte)

3 Maggio 2005
L’inferno
(II parte)


…Gaetano, era immobile con il tridente di Lucifero infilzato nella gamba destra che gli procurava tremendi dolori. Lucifero, lo guardava con l’espressione adirata, dei suoi occhi verdi e rossi da rettile, senza pronunciare alcunché.
Gaetano,era stupito, si aspettava il rituale interrogatorio, al quale aveva assistito per tutti quelli che lo avevano preceduto e con le successive atroci sentenze.
Quando all’improvviso, il demone, sempre fissandolo con la solita espressione, esordì dicendo:
-Cosa aspetti? Non è questo il tuo luogo e non è questo il momento, vai adesso non ho tempo da perdere.-
A quelle parole, senza dire nulla, cercò di sfilarsi il tridente ancora conficcato nella gamba destra, al ché Lucifero, con un balzo scese dal suo pulpito e fermandosi davanti a Gaetano, impugnò il manico del forcone e glielo conficcò ancora più in profondità, facendolo gemere ulteriormente. Gaetano, continuò ad urlare più forte per il dolore che quei ferri gli procuravano.
-Ascoltami bene- cominciò il demone, mentre perseverava in quell’atroce tortura, -Ho detto: che non è né il tuo luogo né il tuo momento, ma questo mio “regalo”, dovrai portarlo sino a quando non verrà il momento di toglierlo e, adesso non lo è.
-È quando verrà quel momento?- Replico Gaetano, contorcendo il viso in una smorfia di dolore, ma non ebbe nessuna risposta.
Gaetano, si allontanò inerpicandosi lungo un sentiero scosceso, seguendo una fioca luce bianca, con la gamba che ad ogni passo lo faceva sussultare dal dolore. Appena fu a suo parere abbastanza distante, si fermò distendendosi supino cercando di sfilarsi quel forcone ma, questo sembrava ormai fusosi con la carne e le ossa della sua gamba , continuando a dargli atroci tormenti, facendolo urlare come un ossesso.
Mentre urlava, vide un ombra che gli si avvicinava, la luce prima fioca, iniziò a diventare sempre più vivida fino a quando riuscì a distinguere quell’ombra misteriosa.
-Ecco l’antidolorifico- quella voce sussurrò.
Gaetano guardandosi intorno si rese conto che si trovava nel letto della sala di terapia intensiva, di un ospedale e quell’ombra, altro non era che l’infermiera.
Guardò subito sotto le lenzuola per vedere se aveva infilzato il forcone di Lucifero, dato che il dolore a differenza del paesaggio era rimasto immutato e notò che al posto del forcone, vi era un fissatore esterno composto da una serie di tondini di ferro che gli trapassavano la gamba da parte a parte, da appena sotto l’inguine all’inizio della tibia.
Gaetano, appena resosi conto di dove si trovasse, chiese notizie all’infermiera sulle condizioni del suo amico Massimiliano.
Questa, pur con un muso lungo e con solennità disse che si trovava in coma farmacologico, ma che le condizioni non destavano particolari preoccupazioni.
Gaetano, girò la testa sul cuscino e si addormentò con un dubbio, aveva sognato Lucifero o aveva sognato l’infermiera?

Gaetano, aprì gli occhi e non vide più la pulita sala della terapia intensiva dell’ospedale, ma soltanto freddi sassi sui quali giaceva supino e il dolore alla gamba riprese più intenso di prima. Guardò la gamba e il forcone era ancora al suo posto, mentre cercava di sfilarlo accompagnato da tremende urla, vide in piedi al suo fianco un canuto signore con la barba candida, che indossava un bianca tunica. Subito gli chiese di aiutarlo ma questi con aria solenne gli disse:
-Come posso io aiutarti se tu per primo continui ad infliggerti indicibili pene? Lascia stare quel forcone che non uscirà mai in quella maniera dalla tua gamba, uscirà a tempo debito e con i giusti modi.- E come era apparso l’uomo scomparve, lasciando Gaetano nello sconforto che si abbandonò su quei e ruvidi freddi sassi.

-E’ l’ora dell’antibiotico.- Quella frase lo svegliò, si guardò attorno e non riconobbe la stanza di prima, infatti era stato trasferito dalla sala di terapia intensiva al reparto.
Nonostante si trovasse coricato nel letto, gli sembrava di stare ancora disteso sui sassi. Il dolore alla gamba, non accennava ad attenuarsi, anzi aumentava freneticamente; in quello stato trascorse una settimana tra il torpore degli antidolorifici, alternato ai i tremendi dolori alla gamba. Ogni qualvolta tentava di toccare il fissatore, i dolori continuavano in maniera feroce e, non poteva fare a meno di pensare alle parole che aveva udito da quel canuto signore durante quello strano sogno. Gaetano, non sapeva bene se ad impersonare quell’arcana creatura della sua fantasia fosse Catone in Purgatorio o Dio in Paradiso.
Finalmente, alla fine della seconda settimana, si trovò a fianco il suo compagno di sventura, visibilmente provato, con un collare per la frattura delle vertebre del collo, un gesso al braccio destro e una fasciatura alla gamba destra che andava da sotto il ginocchio sino alla tibia il tutto tenuto fermo da un fissatore esterno simile al suo .
Il trauma più grande, Gaetano lo ebbe la mattina successiva, quando i medici per la rituale medicazione, liberarono dalle fasce la gamba di Massimiliano e, riuscì a vedere lo squarcio nella carne che lasciava scoperti sia la tibia che il perone; ed un altro medico con un bisturi asportava pezzi di carne e di osso, che non essendo vascolarizzati, (dato che nell’incidente si era recisa una vena e i chirurghi l’avevano repentinamente chiusa.)
Ma, le spiacevoli sorprese, non erano ancora finite, difatti la settimana successiva, dopo le rituali medicazioni, i medici con estrema solennità, comunicarono a Massimiliano che avrebbero dovuto amputargli la gamba.
Amputare le gamba ad un ragazzo non ancora trentenne, uno sportivo, che passava parte del tempo libero tra palestre e campi di pallavolo, il classico ragazzo sempre ben curato il “figo” della situazione per intendersi. Dovevano amputargli la gamba, Gaetano non riusciva a pensare ad altro, ma non voleva neppure guardare quel suo amico disteso immobile con lo sguardo vitreo e fisso sul soffitto, aveva paura di scrutargli dentro l’anima, nei suoi pensieri.
Dovevano amputargli la gamba, quale atroce tortura, pensò subito al sogno e, rivedeva Lucifero che dava atroci torture ed il canuto signore che dispensava parole di conforto.
-Massimiliano ascoltami- cominciò Gaetano,
-sono sicuro che troveremo la giusta soluzione- ma Massimiliano rassegnato non rispondeva.
Passarono ancora alcuni giorni, fino a quando arrivò la notizia che un chirurgo di un istituto ortopedico di Bologna, dopo averlo visitato era disposto a dargli una flebile speranza e che avrebbe tentato di salvargli la gamba.
Successivamente, arrivò la notizia che anche Gaetano sarebbe stato accolto nello stesso istituto.
Gaetano si addormentò e rivide il canuto signore che sorridendogli gli sfilò il forcone dalla gamba.



Gaetano GULISANO

martedì 18 novembre 2008

Terapia intensiva




Terapia intensiva

fiacco pulsare
di un cuore stanco,
flebile alito
di fioca vita,
immane affanno
di vita vitale.

interminabili istanti
di scorsa vita,
lampi eterni
di futuri sogni,
folle consapevolezza
di cruenta lotta.

Furbeschi artifizi
per una fittizia vita,
sincere menzogne
per un reale riposo,
Interminabili attese
per l’agognata speranza.

Gaetano GULISANO

sabato 15 novembre 2008

Anime




Anime

Anime vacue,
intrappolate
in un terreno limbo
di angosce.

Alito di vita,
in un terreno inferno,
li tiene legate
a fredde e flebili canne.

Fittizie gioie,
false allegrezze,
veraci sensi
di sommo dolore.

Illuminati
dalla vivida luce
dell’insania,
lievi anime fluttuano
nella mia confusa mente

Gaetano GULISANO

giovedì 13 novembre 2008

Il Lupo o l'Uomo?













IL LUPO O L’UOMO?


Quanta ferocia in un lupo
mentre sbrana, dilania
e divora la sua misera preda.

Quanta ferocia in un uomo
mentre combatte, oltraggia
e uccide il suo fratello
chiamandolo nemico.

Quanto terrore nella preda
mentre invano si dibatte
cercando di sfuggire ai morsi del lupo.

Quanto orrore nell’uomo
che per mano di un altro uomo
viene oltraggiato, combattuto
e ucciso.

Se il lupo non uccide e
non si nutre a sua volta
morrà.

Ma l’uomo che uccide
non si nutre del suo nemico.

Allora chi è la bestia
il lupo o l’uomo?


Gaetano GULISANO

lunedì 10 novembre 2008

Il Fiume



IL FIUME

Il lento e perpetuo scorrere del fiume,
con paziente sapienza
modella acuminati sassi
offrendo dolci lisce e soavi forme.

Lenta e troppo fugace eternità
dai senso alla vita, al suo inizio,
al suo scorrere, alla sua fine.

Vigorosa e flebile speranza logora
il dolore che corrode l’attesa
rendendola atroce disperazione.

fiume trasporta le speranze,
fiume affoga i dolori,
fiume fammi navigare
fino al mare.


Gaetano GULISANO

venerdì 7 novembre 2008

Il nuovo mondo




Il nuovo mondo

Umano inferno,
ostentato luogo di consapevole
indifferenza,
terreno paradiso,
velato spazio di ignara e folle realtà.

Attuali profeti di malvagia giustezza,
nuovi adepti di giusta stoltezza,
vittime dell’umana saggezza.

Vite,
che invano attendono di vivere,
uomini
che inutilmente
attendono d’esser uomini,
inferni
che ancora aspettano
d’esser mutati in paradisi.

Dannati
che non hanno mai peccato,
peccatori
che non si sono mai redenti,
beati
che continuano a dannarsi.

Gaetano GULISANO
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