giovedì 30 ottobre 2008

Sorrido



SORRIDO

Sorrido
all’amore di chi giocosamente ride
perché non sa ancora sorridere.

Sorrido
all’innocenza di chi intensamente ama
perché non sa ancora amare.

Sorrido
delle buffe e goffe movenze
di chi con leggiadra eleganza
fluttua nelle regioni più recondite
del mio cuore.

Sorrido
per chi ancora non sorride,
per chi ancora non ama,
per chi ancora non è … ancora,
ma mi fa palpitare solo al pensiero
che un giorno possa essere
che un giorno mi possa sorridere.


Gaetano GULISANO.

CHE SFIGA!!











Cari amici poeti, il mio PC, non vuole saperne di funzionare.
Sono molto arrabbiato, più di Paperino. Per qualche tempo, almeno sino a quando l'assistenza non me lo restituirà, sarò costretto a collegarmi saltuariamente da qualche internet point.
Se non risponderò tempestivamente ai commenti o ad eventuali comunicazioni, è solo perché sarò impossibilitato a farlo.
Speriamo che il problema si risolva quanto prima.
NON HO MAI SENTITO TANTO IL BISOGNO
DELLA TECNOLOGIA COME ADESSO!!

martedì 28 ottobre 2008

Vento



Vento

vigoroso vento
come un incontenibile
uragano tropicale
è la vita che irrompe
contro l’inesorabile fato.

Tremenda e benefica forza
infusa con l’incontenibile
vigore della passione è il
temerario amore invasore
dell’essere.

Resistergli è vano
com’è vano desistere
dall’esistere,
insano è il celarsi
nel voler celare
la consapevole insania
dell’amore,
sano è affondare
nella sana follia d’amare
emergendo
nella folle consapevolezza
di non potere amare.


Gaetano GULISANO

sabato 25 ottobre 2008

ASSENZA FORZATA

Cari amici poeti e blogger, da qualche tempo ho problemi con il mio PC. Dunque non sarò in rete sino a quando l'assistenza non me lo restituirà. Scusatemi se non rispondo ai commenti.
Un caro saluto e a presto.
cercherò di connettermi saltuariamente da qualche internet point.
Gaetano GULISANO

lunedì 13 ottobre 2008

Autunno


















Autunno

Grovigli di pensieri
nelle mia mente
si susseguono
come la pioggia
di foglie ingiallite
del crepuscolare autunno.

Tappeto ocra
di un antico affanno,
abbandonato al ricordo
del passato ciclo
è l’anima che sussulta
alla memoria della
remota essenza.

Viti mature,
inebriante mosto,
trepidanti attese,
arcane metamorfosi,
sono le nuove vite
di antiche esistenze.

Gaetano GULISANO

venerdì 10 ottobre 2008

3 maggio 2005 l'inferno ( I parte)


3 Maggio 2005
l’inferno
(I parte)


Lucifero, con il suo tridente, pizzicava le persone in fila appena arrivate alle porte dell’inferno, proferendogli gli improperi più impronunciabili.
Quelle persone, a mani giunte lo pregavano chiedendo clemenza, cosa che faceva ulteriormente imbestialire il demone.
Gaetano era in fila, ma a differenza di quella moltitudine di persone, non implorava anzi, attendava con mesta pazienza il suo destino. Cosa al quanto strana perché, anche se in vita non era stato un santo, non poteva essere considerato una persona cattiva, meritevole di quel destino. Nonostante questo, Gaetano, (stupito per la presenza di Lucifero su quel pulpito, che di diritto, secondo la versione Dantesca doveva essere di “Minosse”), attendeva impassibile, ascoltando e guardando con distacco l’interrogatorio al quale il demone sottoponeva quelle persone, sicuramente ree di chissà quali nefandezze.
La sentenza che seguiva l’interrogatorio, era sempre di condanna ai supplizi più disparati e alle più bizzarre crudeltà.
-Neghi di aver ucciso persone innocenti?- Lucifero urlava alla volta di un uomo grasso, con il volto sformato dalla paura, livido per tutte le punture di insetti e per le copiose dosi di bastonate ricevute nel lungo tragitto sino a quella porta.
L’alito pestilenziale del demone, arrivava sino alle ultime persone, rendendo l’aria irrespirabile, come se in quella condizione respirare contasse ancora qualcosa.
-No! Non ho mai ucciso nessuna persona in vita mia, lo giuro.- Replicava quell’essere ormai informe, privo di ogni sembianza umana.
-Neghi di essere stato un politico?- Il demone dal suo pulpito infuocato lo incalzava
-No non lo nego!-
-Neghi di esserti impossessato del danaro che gestivi per il pubblico e, con questo esserti costruito ville e vari agi arricchendoti?
-No! Non lo nego, ma non ho mai ucciso nessuno.- Replicò, quasi sentendosi sollevato, sia per la confessione, sia perché credeva di potere scampare a quel perpetuo destino.
-Guarda,- impose il demone.
-Vedi, quelle persone?- E, sotto i suoi piedi, si aprì come una parete trasparente che lasciava intravedere la scena di un incidente con due persone riverse a terra, rispettivamente in una pozza di sangue.
-E cosa centro io?- Replicò l’uomo alzando la voce. E, subito venne colpito da una scarica di bastonate, da parte dei demoni che gli stavano intorno.
-Cosa centri tu?- Ricominciò Lucifero ancora più adirato di prima, facendo uscire fumate sulfuree dalle sue larghe nari dal viso di capro.
-Il danaro che ti sei intascato, era destinato a mezzi sanitari per la tua città, senza quei mezzi, quelle persone moriranno e tu ne sei l’artefice.-
L’uomo a quelle parole impallidì, allora Lucifero continuò:
-Che sia gettato nella fosse delle vespe.-
Al ché l’uomo urlo e svanì fra le fiamme.
Quanto fu giunto il turno di Gaetano, il demone lo guardò negli occhi e inespressivo, senza pronunciare alcunché, strinse il tridente nella pelosa mano destra, facendo stridere al contatto le lunghe e acuminate unghie, e con forza, glielo conficcò nella gamba destra.
Gaetano, urlò per il dolore e poi svenne.
Quando Gaetano riaprì gli occhi, si ritrovò riverso sull’asfalto con un forte dolore al braccio destro, tentò di alzarsi ma non vi riuscì, si guardò la gamba destra e vide che sui Jeans all’altezza del ginocchio, vi era qualcosa di un bianco accecante, allungò la mano cercando di toglierlo ma appena l’afferrò, un dolore lancinante che mai aveva provato prima gli pervase la gamba per poi diffondersi in tutto il corpo. Quel qualcosa di bianco, altro non era che il suo ginocchio uscitogli dalla gamba.
Allora, tutto gli fu chiaro, si ricordò di qualche istante prima sulla moto del suo amico Massimiliano, poi un pullman e il tremendo impatto.
Sotto la sua gamba, si allargava copiosa una chiazza di sangue, il suo amico Massimiliano non rispondeva e il freddo iniziava ad insinuarsi nel suo corpo.
Giunse un’autoambulanza, gli infermieri gli misero velocemente un telo argentato sopra per ripararlo dal freddo, ma non lo caricarono a bordo, dicendo che: al momento era disponibile solo un’autoambulanza ed il suo amico riverso a terra poco distante era più grave di lui.
Allora Gaetano chiuse gli occhi e non sentì più dolore…


Gaetano GULISANO

mercoledì 8 ottobre 2008

Vivo




Vivo

Vivo per il vigoroso e flebile
vagito di un bambino
appena affacciato
alla terrena vita,
inconsapevole
di aver iniziato
l’inevitabile viaggio
lungo i sentieri
della morte.

Vivo per l’affannoso percorso
di chi l’oltrepassa
per cominciare
la fine di un incerto
inizio.

Vivo per imparare a morire
gioendo di vivere
la terrena vita.


Gaetano GULISANO

domenica 5 ottobre 2008

Occhi











OCCHI

Occhi inerti di povere vittime
del guerresco terrore,
svuotati dall’innocenza
della linda anima.

Occhi spenti di vili carnefici
colmi del maligno
germe dell’ira,
che come gramigna
ha imputridito
l’essenza dell’anima.

Occhi roventi di baldi difensori
infuocati dalla fiamma
della vendetta,
che al pari
di un’ardente fuoco
illuminandoli,
li brucia nel folle vortice
della violenza.

Guardo negli occhi
il folle germe della violenza
e lo vedo in tutti i dittatori.
Folli occhi spenti senz’anima.


Gaetano GULISANO

venerdì 3 ottobre 2008

Vagabondi







Vagabondi

Vagando nell’assordante
silenzio delle tue entità,
accompagnato delle
mie solitudini,
bevo dagli otri
della tua essenza.

Il dolce nettare
mutato in malsano sale,
la vera essenza
in venefico tosco,
l’inebriante vita in
triste morte.

Fiore di vita ,
non perdere i tuoi dolci
e vellutati petali,
seme di gioia,
attecchisci nel
nel mio sopito animo,
frutto d’amore nutrimi
col tuo succoso senso.


Gaetano GULISANO

mercoledì 1 ottobre 2008

Il tormento del poeta











Il tormento del poeta


Muse,
tacete al mio senno,
non fatemi narrare
ciò ch’io vo’ narrare,
offritemi l’oblio,
rendetemi folle o stolto,
fatemi sguazzare
nelle calme acque
dell’inconsapevolezza.

Anima,
non ascoltare
le livide menzogne,
quelle falsità
che la realtà t’adduce,
la fallace vita
che l’insania
della reale esistenza
ora si palesa.

Mente, non pensare,
cuore non amare,
vita non vivere,
verità diventa bugia,
Uomo cessa d’esser uomo.


Gaetano GULISANO

Viva lo sballo

Oggi, sul blog della scrittrice Barbara Garlaschelli http://barbara-garlaschelli.splinder.com/post/18572342#comment è pubblicato il mio racconto "Viva lo sballo", per la sua iniziativa "Belle Storie".
Un racconto che vuole sensibilizzare giovani e non, su quanto possa essere micidiale la droga e la cultura dello sballo in genere.
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