martedì 12 maggio 2009

Legge 194

(foto da web)

E' da poco passato l'8 marzo, la festa della donna , domenica scorsa era la festa della mamma. La mamma, questa parola dall'alto significato, quante angosce può provare una mamma? L'angoscia per un figlio quando bimbo si ammala, quando adolescente rientra tardi la sera, quando le comunicano che è stato vittima di un'incedente, quando lo vede piangere per un amore non corrisposto e ancora, quanta gioa nel vederlo crescere, nel vedere una parte del proprio padre, del proprio nonno e di se stessa; quanto "dolce" dolore in una stanza d'ospedale e quanta emozione nello stringere una parte di se fra le braccia. Tutte queste emozioni, queste angosce, questi dolori, non sono nulla paragonati alla sofferenza della più inumana e atroce rinuncia che una donna consapevolmente si trova a fare.

Dunque, non osate giudicarla!


Legge 194

Insultata
per secoli da deboli uomini,
temuta e bruciata nelle piazze
da potenti senza scrupoli
nel nome di un falso Dio.

Oltraggiata
per quel tuo essere superiore,
per avere quel dono
che solo il vero Dio infonde
nell’essere capace
di generare vita.

Offesa
nel buio d’una sala d’ospedale
con infamanti incriminazioni,
mentre insensibile al dolore
di quelle ferite perché il cuore,
l’anima, veniva straziata
per una vita mai nata,
per il latte mai poppato.

Ingiuriata
mentre con la morte nel cuore
ti chiedevi
quale vita avresti dato
a chi della vita non poteva gioire?
Ancora oggi
uomini stolti ti chiamano
omicida, infanticida,
mettendoti alla pari
di vili criminali.

Gaetano GULISANO


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