venerdì 29 maggio 2009

"Versi e rime sulle cime" perché è nata?


Cliccando sull'immagine si può leggere la recensione di Renzo Montagnoli



Finalmente è arrivata, qualche giorno fa ha suonato il corriere e mi ha consegnato due scatole contenenti le mie copie della silloge “Versi e rime sulle cime”. Vi lascio immaginare l’emozione. Sono sicuro che la maggior parte di voi che leggeranno questo post, ben comprenderanno quello che ho provato e che provo.
La guardo, la sfoglio, sento il fruscio dei fogli, l’aria mi invade il viso, leggo il titolo e il mio nome in cima e mi sembra quasi impossibile che tutto questo si sia realizzato.
Un percorso iniziato quando ancora non ero consapevole d’averlo cominciato.
Inizierò dicendovi, quando è perché ho iniziato a scrivere poesie (o presunte tali).
Nel 2005, sono rimasto vittima di un incidente stradale che mi ha costretto per molti mesi a letto e successivamente, inchiodato ad una sedia; le mie giornate passavano con l’amore di mia moglie e dei miei cari, con il computer, questo bizzarro aggeggio che io usavo per fare solitari e giochini strani.
Non contento, mi sono fatto istallare un collegamento internet trovandomi così in rete.
Quasi per caso, qualche periodo dopo, mi è venuta tra le mani una “poesia-filastrocca” o meglio un racconto in rime in dialetto siciliano che aveva scritto una mia vecchia zia negli anni ‘30 e, che mio padre era solito recitarmi quasi per divertimento. Avendo tanto tempo libero e stufo dei soliti giochini al PC, ho iniziato a tradurla in italiano, cercando di metterla in rime per renderla più musicale e scorrevole possibile.
Da lì, nella mia mente, si è insinuata l’idea di scrivere poesie (o presunte tali.)
Ma la poesia, è soprattutto emozione, lo scarabocchio che l’anima del poeta lascia sul foglio. Dunque, cosa mi ha dato e continua a darmi forti emozioni? A questa domanda senza esitazioni mi sono risposto: “la montagna e come l’ho conosciuta.”

Nel 1997, mi trovavo a Venezia e conobbi una ragazza molto dolce e carina, (colei che è successivamente sarebbe diventata mia moglie) dopo una breve frequentazione, quello stesso anno, mi invitò a trascorrere una giornata in montagna, precisamente a Canale d’Agordo ( in origine il nome era: Forno di Canale) , un paese in provincia di Belluno.
Appena arrivati, lo spettacolo era mozzafiato, lei cominciò a raccontarmi delle vacanze che aveva trascorso in quel paese durante la sua infanzia, ogni angolo, ogni vicolo le ricordava qualcosa, ogni pietra, ogni tabjà (costruzioni in legno utilizzati per il ricovero di attrezzi e animali) erano fonte d’emozioni.
Allora, ancora non capivo, ma iniziavo ad avvertire un emozione nuova, strana ma gradevole. Più guardavo quelle rocce e più mi sentivo avvolto da quella natura, non riuscivo a capire perché un senso incontrollabile di commozione mi prendeva ogni qualvolta guardavo quei monti. In seguito, capii che la montagna, non è luogo fisico, dove si può andare o venir via; la vera montagna: è una filosofia di vita, un pianeta misterioso di immane bellezza, un universo parallelo che si palesa solo a chi chiudendo i sensi che comunemente si usano come: udito, vista, tatto e olfatto e aprendo l’anima, per sentire odori, per vedere splendori, per toccare la vera essenza dei monti e per sentire la voce della natura, riesce a percepire la vera montagna.

Queste sensazioni, le avevo provate, quando ancora non avevo pensato di sedermi davanti a un PC per scriverle, ma l’incidente e la “poesia-filastrocca” della mia vecchia zia, mi hanno fatto riflettere e durante una vacanza estiva in Canale d’Agordo, ancora costretto tra sedia e stampelle, con il mio fido portatile sempre al seguito, ho deciso di imprimerle in questa silloge di racconti e poesie ispirate e ispiratemi da quell’universo parallelo che solitamente le persone chiamano Montagna.
Naturalmente, senza l’aiuto di Renzo Montagnoli, che ne ha curato l’introduzione, Gordiano Lupi l’editore della casa editrice “Ilfoglioletterario” e Fabrizio Manini, responsabile della casa editrice per gli Autori contemporanei di Poesie, sarebbero rimaste solo emozioni che avrei condiviso con la mia amata moglie e gli amici che giornalmente mi stanno vicini.
Questo è il motivo per il quale è nata questa raccolta, che vuole essere più un condividere emozioni che altro.



Chi fosse intenzionato all'acquisto, può inviare una mail al mio idirizzo di posta elettronica: gaetano.gu@gmail.com
oppure direttamente nel sito dell'editore:
www.ilfoglioletterario.it

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