mercoledì 21 maggio 2008

Occhi rubati





Queste due foto, non sono solo parte di un mondo incantato, qual è il pianeta della montagna.
Sì, perché la montagna è un pianeta a sé e, i suoi abitanti sono degli umani "Alieni".
Forti come le loro rocce, candidi come la neve, freschi come i boschi nelle mattine d'estate.
La montagna, non è un luogo è una filosofia di vita, la filosofia più sana che si possa immaginare.
Io che scrivo, scrivo a cagion di causa, perché anch'io amo questo favoloso pianeta.
Ogni qualvolta riesco ad abbandonare la città e immergermi in quel mondo, non riesco a frenare le lacrime per la commozione.
Una ragazza di questo meraviglioso pianeta, il 16 aprile del 2008 è stata violentemente rapita da un altro mondo, un mondo cupo, un mondo scuro.
Un mondo, tanto lontano e tanto diverso dal suo pianeta.
Anche se le sue mani, non stringeranno più le racchette da sci, i suoi piedi, non calzeranno più pesanti scarponi e sci dove districarsi fra le porte dello slalom, ove questa splendida ragazza era maestra, anche se dalla sue labbra, non usciranno urli liberatori di vittoria, i suoi occhi, vedranno ancora, perché nella sua generosità di "aliena montana", aveva deciso di donarli.
Adesso, dovremmo chiederci il perché una ragazza come lei abbia deciso (sempre che sia stata lei a decidere, cosa alla quale io non credo), di prendere quella maledetta pastiglia?
Si, forse dovremmo, ma oltre a non cambiare le cose, sicuramente non avremmo nessuna risposta.
L'unica cosa che non è in dubbio è, che lei è morta, per le mani colpevoli di ignobili venditori di morte e che la nostra legislazione, non riesce a colpire duramente come dovrebbe questi assassini.
A Kristel Marcarini giovane promessa dello sci Italiano, morta a 19 anni dopo una serata in discoteca a causa di una pastiglia di ecstasy. E, che aveva espresso la volontà di donare i propri occhi.
“Occhi rubati”

Occhi,
avvinti scrutavano
le candide cime delle montagne,
colmi di gioia e di commozione
per l’immane e dolce incanto.

Fra i pali stretti dello slalom,
occhi attenti e gioiosi
si lasciavano
scivolare sulla candida neve,
linda come la tua
netta l’anima.

Occhi,
curiosi e persi
in quell’infame mondo,
quel mondo così lontano
dalle tue bianche vette,
quel nero mondo che
contrastava
col candore di quella
soffice neve.

Occhi,
rubati da un
terribile demone,
accecati da una
tetra pastiglia,
deturpati di quel
profondo chiarore
che erano
i tuoi vispi occhi.

Occhi,
che in un altro corpo,
in un'altra vita,
in un altro sogno,
per tuo volere
ancora vedranno
quelle bianche vette.



Gaetano GULISANO

Cento Stanze







“CENTO STANZE”


Cento stanze di
paura,
cento stanze di coraggio,
cento stanze di vergogna.

Cento grida di soccorso,
cento fiati di speranza,
cento
dubbi di innocenza.

Cento scuse per quei bimbi
morti dentro un
buio pozzo,
per l’umana negligenza
o per la folle
violenza.

Cento accuse,
cento condanne e
cento
assoluzioni.

Due ragazzi, due speranze
Persi nelle

cento stanze.

( A Ciccio e Tore.)

Gaetano GULISANO
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