lunedì 29 dicembre 2008

Sognare la realtà



Sognare la realtà

Sognare
di vivere
un reale sogno
per vivere
sognando la vita,
quale vera vita
può essere
più fantasiosa
della realtà?
Mentre
l’assurdità della
concretezza
è vivere sognando.

Svegliarsi
nell’angoscia
di aver sognato
la vita
e smaniare
di addormentarsi
per continuare
a vivere nel sogno,
addormentarsi
alla vita
bramando
un verace sogno,
vivendo il sogno
sperando
che questo
sia la vera vita.

Gaetano GULISANO

martedì 23 dicembre 2008

Vorrei






Vorrei

Vorrei farti vedere il mondo
affacciato dalle finestre
dei miei occhi
per darti i miei ricordi,
per donarti i miei pensieri,
per offrirti la mia anima.

Vorrei portarti
sulle spalle del mio tempo,
farti viaggiare in prima classe
sul treno della vita
nascondendoti dalle grinfie
del temibile e inevitabile kronos.

Vorrei darti il mio sapere,
farti conoscere ciò ancora non sai,
regalandoti quel ch’io so,
scoprendomi ad avere
ancora tanto da imparare.

Ma mi odieresti
per averti troppo amato,
mi rifiuteresti
per averti troppo desiderato,
e mi abbandoneresti
abbandonandoti alla vita.

Allora aspetterò appoggiato
ai davanzali dei miei occhi,
per poter guardare il mondo
attraverso le finestre della tua anima.

Gaetano GULISANO

domenica 21 dicembre 2008

L'ISTANTE


L’ISTANTE

Trattenere
un istante quanto basta
per spiare un fiore
che sboccia il suo candore
nel venire alla vita,

oppure un ranocchio
che gracida nello stagno

incurante dell’uomo
che l’osserva.

Un istante
per guardare ammirati

un arcobaleno dalle mille sfumature,
per poi scrutare nel cielo un sole
il quale fa capolino tra le nuvole.

Toglierci
del tempo che scorre inesorabile

per ricercare quella innocenza persa,
quando i nostri occhi si stupivano
dinanzi a queste bellezze del creato.

Un istante!

Tanto dura l’innocenza
negli occhi di un bimbo

il cui mondo colora tutto di rosa.

Anna Teresa.

giovedì 18 dicembre 2008

Libero




Libero

Libero
dagli affanni della realtà
sento librarsi nei cieli dei sogni
la non più oppressa anima mia.

Esistenza
schiava della tangibile
ponderatezza dell’essere,
mentre potrebbe levarsi felice
volteggiando per i sentieri
della saggia insania.

Sogno
recluso nelle crude galere
della concretezza,
fredde celle chiuse con le grate
della ragione, dove le fittizie verità
sono i catenacci che negano la vita.

Gaetano GULISANO

martedì 16 dicembre 2008

Inverno



Inverno

Alberi carichi di candida coltre
piegano i rami al loro destino,
cullati dall’insinuante nenia
del gelido vento, stanchi riposano
nella loro immobile inquietudine.

Come un anziano sovrano appesantito
dagli affanni del tempo, il canuto signore
con lento passo avanza:
dispensando sentenze,
infliggendo condanne, propinando assoluzioni.

Temuto dalla vita che si rifugia
nei caldi giacigli dei ricordi,
nascondendosi all’essenza dell’esistere
ignara di nascere a nuove esistenze.

Solitario si lecca le proprie ferite,
provocate dall’orda delle fameliche belve
serve di Kronos che a nugoli, impietose
lo azzannano, nascosto nella fitta boscaglia
dell’età, braccato dallo spietato ed inevitabile
cacciatore dell’incalzante fiorente stagione.


Gaetano GULISANO

lunedì 15 dicembre 2008

Un istante d'amore
















Un istante d’amore

Labbra convulse mai paghe di emozioni,
sensi ansiosi, trepidanti di inerpicarsi
per i sentieri sconosciuti dell’amore.

Mani mai stanche, plasmano le dolci
ed eteree forme dell’anima,
incuranti delle vesciche
che ad esse questa procura,
con sapiente caparbietà
ignorando il dolore,
asciugandosi dal sangue,
continuano il loro impegno.

Occhi lacrimosi non per il dolore,
ma commossi e appagati
per avere vissuto la dolce visione
di un interminabile istante d’amore.


Gaetano GULISANO

venerdì 12 dicembre 2008

L'agonia di Gea

























L’agonia di Gea

Rantolanti giganti,
candidi signori dell’eterno freddo,
stretti in un soffocante abbraccio
per un fugace tepore di liquida agonia,
fuso tormento per l’umana stoltezza.

Aria cupa, appestata dal fittizio progresso,
dal convulso esistere della non esistenza,
dalla terribile smania di distruzione.

Acque ammorbate dall’immane dolore,
dove imputridisce ogni aspettativa di vita,
dove si decompongono i sogni, perdendosi
in evanescenti miraggi d’esistenza.

Deserti si estendono sin dentro l’anima,
minuscoli granelli di sabbia rovente opprimono
l’affannoso respiro, la canicola snervante toglie ogni lume di ragione.

Uomini stolti,
indifferenti ascoltano i rantoli di chi li nutre, respirano il morbo della loro stessa stoltezza,
si dissetano della loro stessa peste,
ignari vivono della loro stesa fine.


Gaetano GULISANO

giovedì 11 dicembre 2008

Uomini o Bestie?

Cari amici blogger, quante volte vi sarà capitato di aver pensato o di aver detto:
"MI VERGOGNO DI APPARTENERE AL GENERE UMANO?"
Mai?
Bene, a me qualche volta è capitato, anzi più di qualche volta. Ho detto quella frase, l'ho detta anche ieri, guardando Striscia la Notizia, mentre mandava un servizio su dei maltrattamenti all'interno di un canile, che non pubblico per il rispetto che nutro nei vostri confronti e per rispetto a quei poveri cani, ma, se volete, potete vederlo cliccando qui (vi avverto io non ho finito di guardarlo per la crudezza delle immagini!).
Qualche tempo fa, avevo scritto e pubblicato nel blog una poesia contro l'abbandono degli animali "Martiri dell'estate" . Per mettere in evidenza la malvagità gratuita del genere umano.
Io, non spero neppure che queste persone si pentano, perché per pentirsi bisognerebbe avere una coscienza, ma spero che le autorità competenti una volta accertate le responsabilità, li possano punire come meritano.

Segnalazioni

Cari amici blogger, vi volevo segnalare una bella poesia di:
Già dal titolo, si può evincere il tema della poesia. Mi sono domandato: leggerla potrà cambiare il destino di quei bambini? La risposta più naturale potrebbe essere "NO!"
Ma l'indifferenza, voltarsi dall'altra parte non ci renderebbe uguali a chi ha armato quei bambini?
Credo di sapere la risposta...
Io, faccio comunque i complimenti a Fabio per aver affrontato questo tema.

mercoledì 10 dicembre 2008

Sculture





Sculture

Chiaro scuri di vita in basso rilievi
sulla pietra dell’esistenza
scolpiti da scalpelli della realtà,
sapientemente sagomati
in eteree forme con i volti
contorti nei ricordi.

Altalenate scultore
su un’impalcatura di sogni
vacillante percuote il suo marmo,
lacrimando ad ogni frammento
che rovina nell’abisso del senno.

Quando infine scende dalla
sua impalcatura
ammirando la sua opera,
si contorce nello spasimo
raccogliendo schegge di vita.


Gaetano GULISANO

lunedì 8 dicembre 2008

Ancora Natale



Ancora Natale

Sentieri indomiti,
brulicanti di festose malinconie
nel cupo luccicare d’oscuri
e d’appariscenti ornamenti.

Dolente allegrezza d’anime perse
in una fitta boscaglia bruma,
nella vorace ricerca
di un po’ d’avido
e fittizio affetto.

Barricati dietro alibi di false bontà,
inseguendo scusanti per veri misfatti,
incolpando altri della noncuranza.

Armati di un telecomando per
cambiare canale:
per non vedere gli occhi inquisitori
della misera povertà,
scegliendo l’ agiatezza di
facoltosi miserabili,
guardando ancora Natale.

Gaetano GULISANO

venerdì 5 dicembre 2008

Notte


Notte

Notte luccicante
d’arcani eventi,
fugace tessitrice
di folli pensieri.

Correa luna,
impietrita spettatrice
di dolci visioni,
cullata dal cielo,
galleggiando
su un fiume stelle.

Nemica dell’ alba
che ne richiede l’essenza,
combattuta dal sole
che ne reclama il luogo,
temuta dal tramonto
che ne prevede l’avvento,
amata dal poeta
che ne riscuote l’essenza.

Gaetano GULISANO

martedì 2 dicembre 2008

Vite rubate












Vite rubate

Guerresca vita
di immane violenza,
condita con il pane
dell’atroce morte
è il nutrimento
della ponderata follia.

Bambini mai stati bimbi,
abbracciati ad un feroce
“ giocattolo”
dove piangere accoccolati
le lacrime dell’altrui sangue,
aggrappati al fertile seno
dell’oblio
poppando il veleno
del tenebroso silenzio.

Uomini non più uomini,
persone nate e mai vissute,
appestati dall’orrendo morbo
della violenza,
pestilenziale alito di morte,
carnefici e vittime
della loro stessa insania.

Umanità reclusa
nella spietata prigione
dell’indifferenza,
società soggiogata
alle catene della noncuranza,
popoli ignari,
correi dei ladri di vite.

Gaetano GULISANO

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