lunedì 29 dicembre 2008

Sognare la realtà



Sognare la realtà

Sognare
di vivere
un reale sogno
per vivere
sognando la vita,
quale vera vita
può essere
più fantasiosa
della realtà?
Mentre
l’assurdità della
concretezza
è vivere sognando.

Svegliarsi
nell’angoscia
di aver sognato
la vita
e smaniare
di addormentarsi
per continuare
a vivere nel sogno,
addormentarsi
alla vita
bramando
un verace sogno,
vivendo il sogno
sperando
che questo
sia la vera vita.

Gaetano GULISANO

martedì 23 dicembre 2008

Vorrei






Vorrei

Vorrei farti vedere il mondo
affacciato dalle finestre
dei miei occhi
per darti i miei ricordi,
per donarti i miei pensieri,
per offrirti la mia anima.

Vorrei portarti
sulle spalle del mio tempo,
farti viaggiare in prima classe
sul treno della vita
nascondendoti dalle grinfie
del temibile e inevitabile kronos.

Vorrei darti il mio sapere,
farti conoscere ciò ancora non sai,
regalandoti quel ch’io so,
scoprendomi ad avere
ancora tanto da imparare.

Ma mi odieresti
per averti troppo amato,
mi rifiuteresti
per averti troppo desiderato,
e mi abbandoneresti
abbandonandoti alla vita.

Allora aspetterò appoggiato
ai davanzali dei miei occhi,
per poter guardare il mondo
attraverso le finestre della tua anima.

Gaetano GULISANO

domenica 21 dicembre 2008

L'ISTANTE


L’ISTANTE

Trattenere
un istante quanto basta
per spiare un fiore
che sboccia il suo candore
nel venire alla vita,

oppure un ranocchio
che gracida nello stagno

incurante dell’uomo
che l’osserva.

Un istante
per guardare ammirati

un arcobaleno dalle mille sfumature,
per poi scrutare nel cielo un sole
il quale fa capolino tra le nuvole.

Toglierci
del tempo che scorre inesorabile

per ricercare quella innocenza persa,
quando i nostri occhi si stupivano
dinanzi a queste bellezze del creato.

Un istante!

Tanto dura l’innocenza
negli occhi di un bimbo

il cui mondo colora tutto di rosa.

Anna Teresa.

giovedì 18 dicembre 2008

Libero




Libero

Libero
dagli affanni della realtà
sento librarsi nei cieli dei sogni
la non più oppressa anima mia.

Esistenza
schiava della tangibile
ponderatezza dell’essere,
mentre potrebbe levarsi felice
volteggiando per i sentieri
della saggia insania.

Sogno
recluso nelle crude galere
della concretezza,
fredde celle chiuse con le grate
della ragione, dove le fittizie verità
sono i catenacci che negano la vita.

Gaetano GULISANO

martedì 16 dicembre 2008

Inverno



Inverno

Alberi carichi di candida coltre
piegano i rami al loro destino,
cullati dall’insinuante nenia
del gelido vento, stanchi riposano
nella loro immobile inquietudine.

Come un anziano sovrano appesantito
dagli affanni del tempo, il canuto signore
con lento passo avanza:
dispensando sentenze,
infliggendo condanne, propinando assoluzioni.

Temuto dalla vita che si rifugia
nei caldi giacigli dei ricordi,
nascondendosi all’essenza dell’esistere
ignara di nascere a nuove esistenze.

Solitario si lecca le proprie ferite,
provocate dall’orda delle fameliche belve
serve di Kronos che a nugoli, impietose
lo azzannano, nascosto nella fitta boscaglia
dell’età, braccato dallo spietato ed inevitabile
cacciatore dell’incalzante fiorente stagione.


Gaetano GULISANO

lunedì 15 dicembre 2008

Un istante d'amore
















Un istante d’amore

Labbra convulse mai paghe di emozioni,
sensi ansiosi, trepidanti di inerpicarsi
per i sentieri sconosciuti dell’amore.

Mani mai stanche, plasmano le dolci
ed eteree forme dell’anima,
incuranti delle vesciche
che ad esse questa procura,
con sapiente caparbietà
ignorando il dolore,
asciugandosi dal sangue,
continuano il loro impegno.

Occhi lacrimosi non per il dolore,
ma commossi e appagati
per avere vissuto la dolce visione
di un interminabile istante d’amore.


Gaetano GULISANO

venerdì 12 dicembre 2008

L'agonia di Gea

























L’agonia di Gea

Rantolanti giganti,
candidi signori dell’eterno freddo,
stretti in un soffocante abbraccio
per un fugace tepore di liquida agonia,
fuso tormento per l’umana stoltezza.

Aria cupa, appestata dal fittizio progresso,
dal convulso esistere della non esistenza,
dalla terribile smania di distruzione.

Acque ammorbate dall’immane dolore,
dove imputridisce ogni aspettativa di vita,
dove si decompongono i sogni, perdendosi
in evanescenti miraggi d’esistenza.

Deserti si estendono sin dentro l’anima,
minuscoli granelli di sabbia rovente opprimono
l’affannoso respiro, la canicola snervante toglie ogni lume di ragione.

Uomini stolti,
indifferenti ascoltano i rantoli di chi li nutre, respirano il morbo della loro stessa stoltezza,
si dissetano della loro stessa peste,
ignari vivono della loro stesa fine.


Gaetano GULISANO

giovedì 11 dicembre 2008

Uomini o Bestie?

Cari amici blogger, quante volte vi sarà capitato di aver pensato o di aver detto:
"MI VERGOGNO DI APPARTENERE AL GENERE UMANO?"
Mai?
Bene, a me qualche volta è capitato, anzi più di qualche volta. Ho detto quella frase, l'ho detta anche ieri, guardando Striscia la Notizia, mentre mandava un servizio su dei maltrattamenti all'interno di un canile, che non pubblico per il rispetto che nutro nei vostri confronti e per rispetto a quei poveri cani, ma, se volete, potete vederlo cliccando qui (vi avverto io non ho finito di guardarlo per la crudezza delle immagini!).
Qualche tempo fa, avevo scritto e pubblicato nel blog una poesia contro l'abbandono degli animali "Martiri dell'estate" . Per mettere in evidenza la malvagità gratuita del genere umano.
Io, non spero neppure che queste persone si pentano, perché per pentirsi bisognerebbe avere una coscienza, ma spero che le autorità competenti una volta accertate le responsabilità, li possano punire come meritano.

Segnalazioni

Cari amici blogger, vi volevo segnalare una bella poesia di:
Già dal titolo, si può evincere il tema della poesia. Mi sono domandato: leggerla potrà cambiare il destino di quei bambini? La risposta più naturale potrebbe essere "NO!"
Ma l'indifferenza, voltarsi dall'altra parte non ci renderebbe uguali a chi ha armato quei bambini?
Credo di sapere la risposta...
Io, faccio comunque i complimenti a Fabio per aver affrontato questo tema.

mercoledì 10 dicembre 2008

Sculture





Sculture

Chiaro scuri di vita in basso rilievi
sulla pietra dell’esistenza
scolpiti da scalpelli della realtà,
sapientemente sagomati
in eteree forme con i volti
contorti nei ricordi.

Altalenate scultore
su un’impalcatura di sogni
vacillante percuote il suo marmo,
lacrimando ad ogni frammento
che rovina nell’abisso del senno.

Quando infine scende dalla
sua impalcatura
ammirando la sua opera,
si contorce nello spasimo
raccogliendo schegge di vita.


Gaetano GULISANO

lunedì 8 dicembre 2008

Ancora Natale



Ancora Natale

Sentieri indomiti,
brulicanti di festose malinconie
nel cupo luccicare d’oscuri
e d’appariscenti ornamenti.

Dolente allegrezza d’anime perse
in una fitta boscaglia bruma,
nella vorace ricerca
di un po’ d’avido
e fittizio affetto.

Barricati dietro alibi di false bontà,
inseguendo scusanti per veri misfatti,
incolpando altri della noncuranza.

Armati di un telecomando per
cambiare canale:
per non vedere gli occhi inquisitori
della misera povertà,
scegliendo l’ agiatezza di
facoltosi miserabili,
guardando ancora Natale.

Gaetano GULISANO

venerdì 5 dicembre 2008

Notte


Notte

Notte luccicante
d’arcani eventi,
fugace tessitrice
di folli pensieri.

Correa luna,
impietrita spettatrice
di dolci visioni,
cullata dal cielo,
galleggiando
su un fiume stelle.

Nemica dell’ alba
che ne richiede l’essenza,
combattuta dal sole
che ne reclama il luogo,
temuta dal tramonto
che ne prevede l’avvento,
amata dal poeta
che ne riscuote l’essenza.

Gaetano GULISANO

martedì 2 dicembre 2008

Vite rubate












Vite rubate

Guerresca vita
di immane violenza,
condita con il pane
dell’atroce morte
è il nutrimento
della ponderata follia.

Bambini mai stati bimbi,
abbracciati ad un feroce
“ giocattolo”
dove piangere accoccolati
le lacrime dell’altrui sangue,
aggrappati al fertile seno
dell’oblio
poppando il veleno
del tenebroso silenzio.

Uomini non più uomini,
persone nate e mai vissute,
appestati dall’orrendo morbo
della violenza,
pestilenziale alito di morte,
carnefici e vittime
della loro stessa insania.

Umanità reclusa
nella spietata prigione
dell’indifferenza,
società soggiogata
alle catene della noncuranza,
popoli ignari,
correi dei ladri di vite.

Gaetano GULISANO

sabato 29 novembre 2008

Passeggero















Passeggero

Inconsapevole passeggero
sul treno senza porte,
dai finestrini sempre chiusi,
attraverso i quali la vita
inesorabile scorre.

Vedo sfilare paesaggi di vita
oltre le lastre appannate
dall’alito dei ricordi,
così vicini da poterli afferrare,
ma così lontani nei miei pensieri.

Più mi allontano da quei ricordi
più follemente li inseguo,
più li vedo allontanarsi
e più limpidi si delineano
nella mia mente.

Non ho chiesto io
di salire su questo treno,
non ho chiesto io
di incontrare i miei ricordi,
ma ti chiedo solo
di viaggiarmi a fianco.

Gaetano GULISANO

giovedì 27 novembre 2008

Volare nel sogno



















Volare nel sogno

Seduto a cavalcioni dell’anima
percorro i sentieri dell’amore,
sfiorando flebili pensieri
animandoli con l’alito di un sogno.

Navigando nei mari dell’odio
sul veliero della sofferenza,
vedo gementi naufraghi
dell’umana disumanità.

Volando fuori dal mio essere,
attraverso i mondi devastati
da un tremendo e pestilenziale
morbo: “la paura di saper amare.”

Mi fermo sul ciglio del sogno,
per l’orrore d'aver paura,
cercando nell’intimo baratro
la forza d’aver coraggio,
scorgendo nel profondo abisso
mondi di vera pace.


Gaetano GULISANO

lunedì 24 novembre 2008

Inno per la Pace


Ho avuto molti tentennamenti prima di pubblicare questo post con delle mie riflessioni, ricordando frasi celebri di altrettanti celebri e meno celebri personaggi del pacifismo. Ma infine, ho deciso di pubblicarlo, perché credo che la pace non possa fare distinzioni di correnti di pensiero diversi o su religioni diverse. Perché chi non vuole la pace, non vuole che altri possano pensare e, religioni che perseguono la violenza, non sono tali. Come può essere coniata una frase che recita:"Guerra Santa" La guerra, non può mai essere santa, ma è solo e sempre blasfema. Come si può dirsi pacifisti ed augurasi che altre dieci, cento, mille persone, vengano uccise.(comunque la si pensi e a qual si voglia categoria appartengano questi dieci cento mille persone).


Inno per la pace

Ricordo che un uomo molti anni fa aveva detto:
Ci sono cose per cui sono disposto a morire, ma non ce ne è nessuna per cui sarei disposto ad uccidere*” ma i suoi simili oggi come ieri riescono a trovare solo i motivi per uccidere, morendo e facendo morire altri uomini uccidendo le speranze di pace.

Ricordo che un uomo molti anni fa aveva detto:
Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo.**” ma ancora oggi come ieri in tutto il mondo dittatori negano la facoltà di parola, di pensiero, negando e negandosi la vita.
Come può vivere chi nega agli uomini d’essere uomini?
Come si può essere uomini senza pensare d’essere liberi, come si può essere uomini senza esprimere il proprio pensiero?

Ricordo che una donna dopo che gli avevano ucciso il marito a Nassyria, con le lacrime agli occhi e con il vangelo nel cuore aveva detto:
Se amate quelli che vi amano che merito avete? Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori***
ma ancora oggi, sotto una bandiera della pace, giovani urlano: “dieci cento mille Nassyria”, con la speranza che ci siano altri dieci cento mille stragi.

Ricordo che un uomo molti anni fa aveva detto:
Quando tornate a casa fate una carezza ai vostri bambini e dite loro: che questa è la carezza del Papa****
ma ancora oggi più di ieri nel mondo i bambini non ricevono nessuna carezza, ma selvagge percosse da chi dovrebbe dargli carezze, vili violenze da chi dovrebbe accudirli e, come “giocattolo” un freddo fucile, uccidendogli l’anima, strappandogli il sorriso accecandoli con la violenza, per uccidere altri bambini uccidendosi.

Io ricordo queste parole e allo stesso modo ricordo come queste oggi più di ieri siano eluse.
Ricordo, ma soprattutto voglio ricordarlo a chi come me, a chi come voi non le ha dimenticate, e mai le dimenticherà.
Voglio ricordarle per insegnarle a chi non le ha mai sentite solo perché non le ha mai ascoltate.
Fratellanza, amore, libertà, gioia vita, in una sola parola vi voglio ricordare e mi voglio ricordare la Pace.

Gaetano Gulisano.


*Mahatma Gandhi
** Voltaire
***Margherita Coletta
****Papa giovanni XXIII.

mercoledì 19 novembre 2008

3 maggio 2005 L'inferno II parte

(3 maggio 2005 l'inferno I parte)

3 Maggio 2005
L’inferno
(II parte)


…Gaetano, era immobile con il tridente di Lucifero infilzato nella gamba destra che gli procurava tremendi dolori. Lucifero, lo guardava con l’espressione adirata, dei suoi occhi verdi e rossi da rettile, senza pronunciare alcunché.
Gaetano,era stupito, si aspettava il rituale interrogatorio, al quale aveva assistito per tutti quelli che lo avevano preceduto e con le successive atroci sentenze.
Quando all’improvviso, il demone, sempre fissandolo con la solita espressione, esordì dicendo:
-Cosa aspetti? Non è questo il tuo luogo e non è questo il momento, vai adesso non ho tempo da perdere.-
A quelle parole, senza dire nulla, cercò di sfilarsi il tridente ancora conficcato nella gamba destra, al ché Lucifero, con un balzo scese dal suo pulpito e fermandosi davanti a Gaetano, impugnò il manico del forcone e glielo conficcò ancora più in profondità, facendolo gemere ulteriormente. Gaetano, continuò ad urlare più forte per il dolore che quei ferri gli procuravano.
-Ascoltami bene- cominciò il demone, mentre perseverava in quell’atroce tortura, -Ho detto: che non è né il tuo luogo né il tuo momento, ma questo mio “regalo”, dovrai portarlo sino a quando non verrà il momento di toglierlo e, adesso non lo è.
-È quando verrà quel momento?- Replico Gaetano, contorcendo il viso in una smorfia di dolore, ma non ebbe nessuna risposta.
Gaetano, si allontanò inerpicandosi lungo un sentiero scosceso, seguendo una fioca luce bianca, con la gamba che ad ogni passo lo faceva sussultare dal dolore. Appena fu a suo parere abbastanza distante, si fermò distendendosi supino cercando di sfilarsi quel forcone ma, questo sembrava ormai fusosi con la carne e le ossa della sua gamba , continuando a dargli atroci tormenti, facendolo urlare come un ossesso.
Mentre urlava, vide un ombra che gli si avvicinava, la luce prima fioca, iniziò a diventare sempre più vivida fino a quando riuscì a distinguere quell’ombra misteriosa.
-Ecco l’antidolorifico- quella voce sussurrò.
Gaetano guardandosi intorno si rese conto che si trovava nel letto della sala di terapia intensiva, di un ospedale e quell’ombra, altro non era che l’infermiera.
Guardò subito sotto le lenzuola per vedere se aveva infilzato il forcone di Lucifero, dato che il dolore a differenza del paesaggio era rimasto immutato e notò che al posto del forcone, vi era un fissatore esterno composto da una serie di tondini di ferro che gli trapassavano la gamba da parte a parte, da appena sotto l’inguine all’inizio della tibia.
Gaetano, appena resosi conto di dove si trovasse, chiese notizie all’infermiera sulle condizioni del suo amico Massimiliano.
Questa, pur con un muso lungo e con solennità disse che si trovava in coma farmacologico, ma che le condizioni non destavano particolari preoccupazioni.
Gaetano, girò la testa sul cuscino e si addormentò con un dubbio, aveva sognato Lucifero o aveva sognato l’infermiera?

Gaetano, aprì gli occhi e non vide più la pulita sala della terapia intensiva dell’ospedale, ma soltanto freddi sassi sui quali giaceva supino e il dolore alla gamba riprese più intenso di prima. Guardò la gamba e il forcone era ancora al suo posto, mentre cercava di sfilarlo accompagnato da tremende urla, vide in piedi al suo fianco un canuto signore con la barba candida, che indossava un bianca tunica. Subito gli chiese di aiutarlo ma questi con aria solenne gli disse:
-Come posso io aiutarti se tu per primo continui ad infliggerti indicibili pene? Lascia stare quel forcone che non uscirà mai in quella maniera dalla tua gamba, uscirà a tempo debito e con i giusti modi.- E come era apparso l’uomo scomparve, lasciando Gaetano nello sconforto che si abbandonò su quei e ruvidi freddi sassi.

-E’ l’ora dell’antibiotico.- Quella frase lo svegliò, si guardò attorno e non riconobbe la stanza di prima, infatti era stato trasferito dalla sala di terapia intensiva al reparto.
Nonostante si trovasse coricato nel letto, gli sembrava di stare ancora disteso sui sassi. Il dolore alla gamba, non accennava ad attenuarsi, anzi aumentava freneticamente; in quello stato trascorse una settimana tra il torpore degli antidolorifici, alternato ai i tremendi dolori alla gamba. Ogni qualvolta tentava di toccare il fissatore, i dolori continuavano in maniera feroce e, non poteva fare a meno di pensare alle parole che aveva udito da quel canuto signore durante quello strano sogno. Gaetano, non sapeva bene se ad impersonare quell’arcana creatura della sua fantasia fosse Catone in Purgatorio o Dio in Paradiso.
Finalmente, alla fine della seconda settimana, si trovò a fianco il suo compagno di sventura, visibilmente provato, con un collare per la frattura delle vertebre del collo, un gesso al braccio destro e una fasciatura alla gamba destra che andava da sotto il ginocchio sino alla tibia il tutto tenuto fermo da un fissatore esterno simile al suo .
Il trauma più grande, Gaetano lo ebbe la mattina successiva, quando i medici per la rituale medicazione, liberarono dalle fasce la gamba di Massimiliano e, riuscì a vedere lo squarcio nella carne che lasciava scoperti sia la tibia che il perone; ed un altro medico con un bisturi asportava pezzi di carne e di osso, che non essendo vascolarizzati, (dato che nell’incidente si era recisa una vena e i chirurghi l’avevano repentinamente chiusa.)
Ma, le spiacevoli sorprese, non erano ancora finite, difatti la settimana successiva, dopo le rituali medicazioni, i medici con estrema solennità, comunicarono a Massimiliano che avrebbero dovuto amputargli la gamba.
Amputare le gamba ad un ragazzo non ancora trentenne, uno sportivo, che passava parte del tempo libero tra palestre e campi di pallavolo, il classico ragazzo sempre ben curato il “figo” della situazione per intendersi. Dovevano amputargli la gamba, Gaetano non riusciva a pensare ad altro, ma non voleva neppure guardare quel suo amico disteso immobile con lo sguardo vitreo e fisso sul soffitto, aveva paura di scrutargli dentro l’anima, nei suoi pensieri.
Dovevano amputargli la gamba, quale atroce tortura, pensò subito al sogno e, rivedeva Lucifero che dava atroci torture ed il canuto signore che dispensava parole di conforto.
-Massimiliano ascoltami- cominciò Gaetano,
-sono sicuro che troveremo la giusta soluzione- ma Massimiliano rassegnato non rispondeva.
Passarono ancora alcuni giorni, fino a quando arrivò la notizia che un chirurgo di un istituto ortopedico di Bologna, dopo averlo visitato era disposto a dargli una flebile speranza e che avrebbe tentato di salvargli la gamba.
Successivamente, arrivò la notizia che anche Gaetano sarebbe stato accolto nello stesso istituto.
Gaetano si addormentò e rivide il canuto signore che sorridendogli gli sfilò il forcone dalla gamba.



Gaetano GULISANO

martedì 18 novembre 2008

Terapia intensiva




Terapia intensiva

fiacco pulsare
di un cuore stanco,
flebile alito
di fioca vita,
immane affanno
di vita vitale.

interminabili istanti
di scorsa vita,
lampi eterni
di futuri sogni,
folle consapevolezza
di cruenta lotta.

Furbeschi artifizi
per una fittizia vita,
sincere menzogne
per un reale riposo,
Interminabili attese
per l’agognata speranza.

Gaetano GULISANO

sabato 15 novembre 2008

Anime




Anime

Anime vacue,
intrappolate
in un terreno limbo
di angosce.

Alito di vita,
in un terreno inferno,
li tiene legate
a fredde e flebili canne.

Fittizie gioie,
false allegrezze,
veraci sensi
di sommo dolore.

Illuminati
dalla vivida luce
dell’insania,
lievi anime fluttuano
nella mia confusa mente

Gaetano GULISANO

giovedì 13 novembre 2008

Il Lupo o l'Uomo?













IL LUPO O L’UOMO?


Quanta ferocia in un lupo
mentre sbrana, dilania
e divora la sua misera preda.

Quanta ferocia in un uomo
mentre combatte, oltraggia
e uccide il suo fratello
chiamandolo nemico.

Quanto terrore nella preda
mentre invano si dibatte
cercando di sfuggire ai morsi del lupo.

Quanto orrore nell’uomo
che per mano di un altro uomo
viene oltraggiato, combattuto
e ucciso.

Se il lupo non uccide e
non si nutre a sua volta
morrà.

Ma l’uomo che uccide
non si nutre del suo nemico.

Allora chi è la bestia
il lupo o l’uomo?


Gaetano GULISANO

lunedì 10 novembre 2008

Il Fiume



IL FIUME

Il lento e perpetuo scorrere del fiume,
con paziente sapienza
modella acuminati sassi
offrendo dolci lisce e soavi forme.

Lenta e troppo fugace eternità
dai senso alla vita, al suo inizio,
al suo scorrere, alla sua fine.

Vigorosa e flebile speranza logora
il dolore che corrode l’attesa
rendendola atroce disperazione.

fiume trasporta le speranze,
fiume affoga i dolori,
fiume fammi navigare
fino al mare.


Gaetano GULISANO

venerdì 7 novembre 2008

Il nuovo mondo




Il nuovo mondo

Umano inferno,
ostentato luogo di consapevole
indifferenza,
terreno paradiso,
velato spazio di ignara e folle realtà.

Attuali profeti di malvagia giustezza,
nuovi adepti di giusta stoltezza,
vittime dell’umana saggezza.

Vite,
che invano attendono di vivere,
uomini
che inutilmente
attendono d’esser uomini,
inferni
che ancora aspettano
d’esser mutati in paradisi.

Dannati
che non hanno mai peccato,
peccatori
che non si sono mai redenti,
beati
che continuano a dannarsi.

Gaetano GULISANO

giovedì 30 ottobre 2008

Sorrido



SORRIDO

Sorrido
all’amore di chi giocosamente ride
perché non sa ancora sorridere.

Sorrido
all’innocenza di chi intensamente ama
perché non sa ancora amare.

Sorrido
delle buffe e goffe movenze
di chi con leggiadra eleganza
fluttua nelle regioni più recondite
del mio cuore.

Sorrido
per chi ancora non sorride,
per chi ancora non ama,
per chi ancora non è … ancora,
ma mi fa palpitare solo al pensiero
che un giorno possa essere
che un giorno mi possa sorridere.


Gaetano GULISANO.

CHE SFIGA!!











Cari amici poeti, il mio PC, non vuole saperne di funzionare.
Sono molto arrabbiato, più di Paperino. Per qualche tempo, almeno sino a quando l'assistenza non me lo restituirà, sarò costretto a collegarmi saltuariamente da qualche internet point.
Se non risponderò tempestivamente ai commenti o ad eventuali comunicazioni, è solo perché sarò impossibilitato a farlo.
Speriamo che il problema si risolva quanto prima.
NON HO MAI SENTITO TANTO IL BISOGNO
DELLA TECNOLOGIA COME ADESSO!!

martedì 28 ottobre 2008

Vento



Vento

vigoroso vento
come un incontenibile
uragano tropicale
è la vita che irrompe
contro l’inesorabile fato.

Tremenda e benefica forza
infusa con l’incontenibile
vigore della passione è il
temerario amore invasore
dell’essere.

Resistergli è vano
com’è vano desistere
dall’esistere,
insano è il celarsi
nel voler celare
la consapevole insania
dell’amore,
sano è affondare
nella sana follia d’amare
emergendo
nella folle consapevolezza
di non potere amare.


Gaetano GULISANO

sabato 25 ottobre 2008

ASSENZA FORZATA

Cari amici poeti e blogger, da qualche tempo ho problemi con il mio PC. Dunque non sarò in rete sino a quando l'assistenza non me lo restituirà. Scusatemi se non rispondo ai commenti.
Un caro saluto e a presto.
cercherò di connettermi saltuariamente da qualche internet point.
Gaetano GULISANO

lunedì 13 ottobre 2008

Autunno


















Autunno

Grovigli di pensieri
nelle mia mente
si susseguono
come la pioggia
di foglie ingiallite
del crepuscolare autunno.

Tappeto ocra
di un antico affanno,
abbandonato al ricordo
del passato ciclo
è l’anima che sussulta
alla memoria della
remota essenza.

Viti mature,
inebriante mosto,
trepidanti attese,
arcane metamorfosi,
sono le nuove vite
di antiche esistenze.

Gaetano GULISANO

venerdì 10 ottobre 2008

3 maggio 2005 l'inferno ( I parte)


3 Maggio 2005
l’inferno
(I parte)


Lucifero, con il suo tridente, pizzicava le persone in fila appena arrivate alle porte dell’inferno, proferendogli gli improperi più impronunciabili.
Quelle persone, a mani giunte lo pregavano chiedendo clemenza, cosa che faceva ulteriormente imbestialire il demone.
Gaetano era in fila, ma a differenza di quella moltitudine di persone, non implorava anzi, attendava con mesta pazienza il suo destino. Cosa al quanto strana perché, anche se in vita non era stato un santo, non poteva essere considerato una persona cattiva, meritevole di quel destino. Nonostante questo, Gaetano, (stupito per la presenza di Lucifero su quel pulpito, che di diritto, secondo la versione Dantesca doveva essere di “Minosse”), attendeva impassibile, ascoltando e guardando con distacco l’interrogatorio al quale il demone sottoponeva quelle persone, sicuramente ree di chissà quali nefandezze.
La sentenza che seguiva l’interrogatorio, era sempre di condanna ai supplizi più disparati e alle più bizzarre crudeltà.
-Neghi di aver ucciso persone innocenti?- Lucifero urlava alla volta di un uomo grasso, con il volto sformato dalla paura, livido per tutte le punture di insetti e per le copiose dosi di bastonate ricevute nel lungo tragitto sino a quella porta.
L’alito pestilenziale del demone, arrivava sino alle ultime persone, rendendo l’aria irrespirabile, come se in quella condizione respirare contasse ancora qualcosa.
-No! Non ho mai ucciso nessuna persona in vita mia, lo giuro.- Replicava quell’essere ormai informe, privo di ogni sembianza umana.
-Neghi di essere stato un politico?- Il demone dal suo pulpito infuocato lo incalzava
-No non lo nego!-
-Neghi di esserti impossessato del danaro che gestivi per il pubblico e, con questo esserti costruito ville e vari agi arricchendoti?
-No! Non lo nego, ma non ho mai ucciso nessuno.- Replicò, quasi sentendosi sollevato, sia per la confessione, sia perché credeva di potere scampare a quel perpetuo destino.
-Guarda,- impose il demone.
-Vedi, quelle persone?- E, sotto i suoi piedi, si aprì come una parete trasparente che lasciava intravedere la scena di un incidente con due persone riverse a terra, rispettivamente in una pozza di sangue.
-E cosa centro io?- Replicò l’uomo alzando la voce. E, subito venne colpito da una scarica di bastonate, da parte dei demoni che gli stavano intorno.
-Cosa centri tu?- Ricominciò Lucifero ancora più adirato di prima, facendo uscire fumate sulfuree dalle sue larghe nari dal viso di capro.
-Il danaro che ti sei intascato, era destinato a mezzi sanitari per la tua città, senza quei mezzi, quelle persone moriranno e tu ne sei l’artefice.-
L’uomo a quelle parole impallidì, allora Lucifero continuò:
-Che sia gettato nella fosse delle vespe.-
Al ché l’uomo urlo e svanì fra le fiamme.
Quanto fu giunto il turno di Gaetano, il demone lo guardò negli occhi e inespressivo, senza pronunciare alcunché, strinse il tridente nella pelosa mano destra, facendo stridere al contatto le lunghe e acuminate unghie, e con forza, glielo conficcò nella gamba destra.
Gaetano, urlò per il dolore e poi svenne.
Quando Gaetano riaprì gli occhi, si ritrovò riverso sull’asfalto con un forte dolore al braccio destro, tentò di alzarsi ma non vi riuscì, si guardò la gamba destra e vide che sui Jeans all’altezza del ginocchio, vi era qualcosa di un bianco accecante, allungò la mano cercando di toglierlo ma appena l’afferrò, un dolore lancinante che mai aveva provato prima gli pervase la gamba per poi diffondersi in tutto il corpo. Quel qualcosa di bianco, altro non era che il suo ginocchio uscitogli dalla gamba.
Allora, tutto gli fu chiaro, si ricordò di qualche istante prima sulla moto del suo amico Massimiliano, poi un pullman e il tremendo impatto.
Sotto la sua gamba, si allargava copiosa una chiazza di sangue, il suo amico Massimiliano non rispondeva e il freddo iniziava ad insinuarsi nel suo corpo.
Giunse un’autoambulanza, gli infermieri gli misero velocemente un telo argentato sopra per ripararlo dal freddo, ma non lo caricarono a bordo, dicendo che: al momento era disponibile solo un’autoambulanza ed il suo amico riverso a terra poco distante era più grave di lui.
Allora Gaetano chiuse gli occhi e non sentì più dolore…


Gaetano GULISANO

mercoledì 8 ottobre 2008

Vivo




Vivo

Vivo per il vigoroso e flebile
vagito di un bambino
appena affacciato
alla terrena vita,
inconsapevole
di aver iniziato
l’inevitabile viaggio
lungo i sentieri
della morte.

Vivo per l’affannoso percorso
di chi l’oltrepassa
per cominciare
la fine di un incerto
inizio.

Vivo per imparare a morire
gioendo di vivere
la terrena vita.


Gaetano GULISANO

domenica 5 ottobre 2008

Occhi











OCCHI

Occhi inerti di povere vittime
del guerresco terrore,
svuotati dall’innocenza
della linda anima.

Occhi spenti di vili carnefici
colmi del maligno
germe dell’ira,
che come gramigna
ha imputridito
l’essenza dell’anima.

Occhi roventi di baldi difensori
infuocati dalla fiamma
della vendetta,
che al pari
di un’ardente fuoco
illuminandoli,
li brucia nel folle vortice
della violenza.

Guardo negli occhi
il folle germe della violenza
e lo vedo in tutti i dittatori.
Folli occhi spenti senz’anima.


Gaetano GULISANO

venerdì 3 ottobre 2008

Vagabondi







Vagabondi

Vagando nell’assordante
silenzio delle tue entità,
accompagnato delle
mie solitudini,
bevo dagli otri
della tua essenza.

Il dolce nettare
mutato in malsano sale,
la vera essenza
in venefico tosco,
l’inebriante vita in
triste morte.

Fiore di vita ,
non perdere i tuoi dolci
e vellutati petali,
seme di gioia,
attecchisci nel
nel mio sopito animo,
frutto d’amore nutrimi
col tuo succoso senso.


Gaetano GULISANO

mercoledì 1 ottobre 2008

Il tormento del poeta











Il tormento del poeta


Muse,
tacete al mio senno,
non fatemi narrare
ciò ch’io vo’ narrare,
offritemi l’oblio,
rendetemi folle o stolto,
fatemi sguazzare
nelle calme acque
dell’inconsapevolezza.

Anima,
non ascoltare
le livide menzogne,
quelle falsità
che la realtà t’adduce,
la fallace vita
che l’insania
della reale esistenza
ora si palesa.

Mente, non pensare,
cuore non amare,
vita non vivere,
verità diventa bugia,
Uomo cessa d’esser uomo.


Gaetano GULISANO

Viva lo sballo

Oggi, sul blog della scrittrice Barbara Garlaschelli http://barbara-garlaschelli.splinder.com/post/18572342#comment è pubblicato il mio racconto "Viva lo sballo", per la sua iniziativa "Belle Storie".
Un racconto che vuole sensibilizzare giovani e non, su quanto possa essere micidiale la droga e la cultura dello sballo in genere.

lunedì 29 settembre 2008

Il Viaggio




Il Viaggio


Ti condurrò
la, dove il tuo senno
non osa guidarti.

Esploreremo le vie
che conducono
alla vivida luce,
lasciandoci alle spalle
i sentieri di
brune tenebre.

Navigheremo
sulla nave
dei nostri sensi,
fluttuando sul mare
dell’anima.

Infine, approderemo
nel sicuro porto
del nostro amore,
aspettando la limpida
e lucente sera.


Gaetano GULISANO

sabato 27 settembre 2008

Il volo della rondine

Mi domando, cosa pensano le rondini del genere umano, quando nella loro migrazione attraversando il canale di Sicilia, vedono le carrette del mare navigare alla volta di Pantelleria?
E, quando giunte a destinazione nel profondo sud, vedono le atrocità di quei dittatori, di quale solo gli uomini sono capaci, come se lo spiegano ?
E in fine, quando in primavere ritornano nelle nostre città e, vedono la nostra indifferente normalità, come la spiegano ai loro pulcini?
Ma, poi rifletto e sono sicuro che le rondini, in quanto simpatiche bestioline non si pongono queste domande.

Ma noi, noi esseri pensanti ce le poniamo?

Il volo della rondine

Come una rondine
volo verso l’estremo sud,
guardo con i miei pensieri
e vedo immense distese,
di folgorante vita.

Come una rondine
nell’immenso sud,
rivedo il remoto
ed accogliente nido.

Come una rondine
volo verso l’assolato sud,
e vedo povere
anime dannate,
colpevoli solo d’amare la vita,
agitarsi nei furiosi flutti,
dell’impetuoso mare
della vana speranza.

Come una rondine
volerò a sud,
e con i miei pensieri,
vedrò malvagi tiranni
ed immense distese
di immani rovine.




Gaetano GULISANO

martedì 23 settembre 2008

Voglia di Vita


Voglia di vita


Guerrieri
che la guerra aborre,
senz’arme combattono
sovrumane forze.

Alleati,
solo all’umano senno
lottano senza muover
membra.

In un letto,
inermi e mai stanchi
di adorare la vita,
lottano contro
la letale crudeltà
dell’indifferenza.

Al capezzale,
mogli, mariti, padri,
madri e figli,
ricaricano le munizioni
della flebile speranza.

La “sla” l’implacabile nemico,
la ricerca l’unica arma,
l’amore per la vita
il campo di battaglia,
l’indifferenza
l’immane sconfitta.


Gaetano GULISANO

sabato 20 settembre 2008

Importante "sla": UN PUGNO ALLO STOMACO"

http://imuliniavento.splinder.com/
Nessuno, osa o vuole parlare della "sla". Una malattia per la quale non esistono cure. Ma non voglio parlare di questo, perché Piera nel suo blog lo ha fatto in maniera esaustiva.
Vorrei, poter sensibilizzare le coscienze di chi non fa abbastanza per aiutare la ricerca. La ricerca è l'unica arma per sconfiggerla. E, se non ci sono cure, vuol dire che non si fa abbastanza e, non per demerito dei ricercatori che, operano in condizioni precarie, ma io credo per i scarsi finanziamenti che a questa si danno.
Inoltre, credo che le famiglie e gli ammalati, siano lasciati soli alle proprie angosce, proprio da quelle persone che, dicono di volerli aiutare (Le Istituzioni). Ed altro argomento, non meno importante e fastidioso, in quanto in se odioso è il fatto che nessuno vuole affrontare il cosiddetto "accanimento terapeutico".
Chi, dei più credenti, in coscienza, se la sente di condannare PierGiorgio Welbi o il suo medico? Io NO.
Indubbiamente, per la nostra costituzione è un reato, perché "la vita non è un bene disponibile" e, come tale non possiamo decidere di porvi fine.
Ma io, ho provato cosa vuol dire stare disteso "e non immobilizzato" in un letto di ospedale, dove per quattro mesi, ho svolto tutte le funzioni che l'essere umano svolge senza mai alzarmi. Vi assicuro che non è una bella esperienza. Dunque non riesco ad immaginare quale atrocità debba essere quella della quale stiamo parlando.
Una lode a Piera.
Gaetano.

giovedì 18 settembre 2008

LUCIDA MENTE


LUCIDA MENTE

Lucida mente,
dentro un corpo inerme,
un fisico che non e più un fisico,
muscoli inermi nervi inerti.

Lucida mente,
reclama il senso della non vita,
esigi che ti sia accordata
la non morte,
mentre sei obbligata a patire
quella morte atroce
che è l’obbligo di vivere
in un inutile contenitore.

Lucida mente,
che con vigore combatti
con le sole armi
della tua volontà di vivere,
di vivere una dignitosa vita,
di morire una decorosa morte.

Lucida mente,
cessa quelle atroci sofferenze,
concedi quella dignità di uomo,
oscurati, stacca quella spina,
che i miei pari nel nome
di una falsa umanità
si ostinano a non strappare

Buon Dio,
infondi lucidità in quelle menti
che in nome della
tua misericordia
ora negano la vera
carità.

Lucida mente,
dona tu quella dignità di uomo
che gli uomini negano.

Gaetano GULISANO

martedì 16 settembre 2008

VIA FANI







Cosa è il terrorismo?
Quale terrorismo, quello di destra? Quello di sinistra? Quello islamico? Quello internazionale?
No, io credo (forse sbagliando), che al terrorismo non si possa dare nessuna di queste definizioni.
L'unica definizione che riesco a dare è: efferati crimini, commessi da vigliacchi criminali, che inconsciamente, vergognandosi del loro essere violenti, mascherano ed accettano la loro barbarie, nascondendosi, dietro degli ideali che loro stessi sono consapevoli di non avere.
Questo è ciò che io credo sia il terrorismo!
VIA FANI

Giovani protestano invocando
un mondo migliore,
giovani protestano
contro la guerra
inneggiando alla pace.

Giovani protestano
imbracciando mitra e pistole
per darci un mondo di pace
per darci un mondo migliore.

Giovani protestano
uccidendo altri giovani,
per darci un mondo di pace
per darci un mondo migliore.

Giovani protestano
rapendo Aldo Moro,
barbaramente uccidendo
la sua scorta in via Fani,
per darci un mondo di pace
per darci un mondo migliore.

Giovani protestano
uccidendo Aldo Moro
e lasciandolo in via Caetani,
per darci un mondo di pace
per darci un mondo migliore.

La violenza mascherata da ideale
è la fertile madre di ogni male.

(per non dimenticare quel triste 16 marzo del1978
e tutte le altre tristi date come Bologna ecc... )



Gaetano GULISANO

domenica 14 settembre 2008

BIMBI

Quale forza è più grande ed invincibile, se non quella dell'innocenza che gli occhi dei bimbi sanno sprigionare?
Quale emozione è più forte, se non quella che la limpidità e la genuinità delle loro domande riescono a destare?
Quale insegnamento è più importante se non quello che i bimbi da inconsapevoli maestri riescono a darci?
I miei due nipotini Matteo e Noemi, mi hanno fatto conoscere quella forza e quell'emozione.
Io come un attento allievo continuerò ad apprendere i loro insegnamenti.
“BIMBI”

Interrogativi e
ingenui occhi
mi scrutano,
lasciando trasparire
tutta la purezza
della loro
netta anima.

Gioiosi sguardi
mi invitano
ad infantili giochi,
svaghi che credevo
persi nei meandri
più reconditi
della mia
sopita anima.

Come un paziente allievo,
ascolto la vostra anima
che attraverso
i vostri gai occhi,
al pari d’un vecchio
e saggio maestro,
mi infondono
la conoscenza
della vera innocenza.

Gioiosamente
turbato da tanta
schietta semplicità,
per la prima volta
mi trovo a scoprire
la vera essenza della vita.

(Ai miei due nipotini Matteo e Noemi)

Gaetano GULISANO

giovedì 11 settembre 2008

Prigionieri







"PRIGIONIERI"

Ignari prigionieri
di evanescenti gabbie,
trasciniamo inconsapevoli
la nostra quotidianità,
il peso dei nostri affanni.

Involontari detenuti del fato,
durante l’interminabile ora d’aria
che ci è concessa,
sperperiamo le nostre vite
in inutili angosce.

Ingannati
dalle nostre stesse esistenze,
imbrogliati
dai nostri stessi vezzi,
illusi
dalla nostra fallace volontà.

Mentre potremmo vivere
una vita libera
dalle nostre prigioni,
se solo riuscissimo
ad Amarla.

Gaetano GULISANO

lunedì 30 giugno 2008

Vacanza

Cari amici blogger, se vi capitasse di passare per questo blog e, leggendo ciò che scrivo vi verrà voglia di postare un commento fatelo pure, anzi vi invito a farlo; ma fino a settembre non aspettatevi risposte, perché da oggi e sino alla fine di Agosto, non avrò la disponibilità di internet, in quanto vado al fresco e come si vede dalla foto non in galera.
Mi mancheranno le belle poesie di Cristina bove, di Eleonora Ruffo Giordani, di Glò, di Bit, i racconti di Renzo Montagnoli, Barbara Garlaschelli, i noire di Enrico Gregori e, l’impegno sociale nei suoi post di Milva e tanti altri che giornalmente leggo.
Un saluto a tutti.
Gaetano.
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